Ti è mai capitato di vedere una coppia al ristorante che fa Phubbing ? O meglio, ti è mai capitato di vedere una coppia al ristorante talmente presa dal cellulare che non si guardano neppure in faccia? Ecco, questo è un tipico esempio di Phubbing.

Cosa è il phubbing?
È un fenomeno molto diffuso. Non si tratta di un fenomeno raro, anzi è una situazione che può capitare tutti i giorni, a tutti e ho deciso di parlerne in questo blog papà.
Fino a qualche anno fa, eravamo noi genitori a rimproverare i nostri figli perché passavano troppo tempo al cellulare.
Oggi, sempre più spesso sono questi nostri figli che rimproverano noi adulti di stare troppo tempo con il cellulare in mano.
E quei ragazzi che non lo fanno, molto spesso soffrono questa condizione di isolamento. Perché il phubbing è proprio questo: immergersi nel cellulare e ignorare chi ci è intorno.
A supportare tutto questo c’è una recente ricerca condotta da un’équipe di psicologi dell’Università del Kent e pubblicata sulla rivista Journal of Applied Social Psychology, che ha sentenziato:
il phubbing andrebbe a peggiorare in maniera significativa la comunicazione e la relazione tra persone
Uno dei massimi esperti in Italia, lo psicologo sociale Luca Pancani, spiega che: “Il phubbing è un fenomeno che si caratterizza a tutti gli effetti come forma di esclusione sociale, in particolare di ostracismo, ossia essere ignorati, diventare invisibili e sentirsi non esistenti in un dato contesto.

Il phubbing è particolarmente importante da studiare perché l’ubiquità dello smartphone fa sì che questo fenomeno di ostracismo possa essere agito da chiunque e in qualsiasi momento, accrescendo enormemente la possibilità di conseguenze negative per chi lo subisce. Ciò assume una importanza ancora maggiore nella relazione genitori-figli, in cui lo stile parentale e la responsività alle richieste dei figli rivestono un ruolo cruciale nello sviluppo adolescenziale”.
Phubbing: definizione
Per comprendere bene il problema del phubbing è anche importante conoscere come è nato il nome.
Il nome Phubbing, coniato a Sidney nel 2012, deriva dalla fusione di due termini, “phone” (telefono) e “snubbing” (snobbare), perché è esattamente come si sente una persona in una situazione dove chi gli è accanto lo ignora perché troppo “immersa” nello smartphone.
Quali sono gli esempi più diffusi del phubbing?
Sono davvero tanti, e sono tutti i momenti in cui non sei solo, hai persone intorno come i tuoi familiari, amici o colleghi, e non riesci proprio a rinunciare allo smartphone.
Eccone alcuni.

Ti piace fare food porn e fotografare spesso i piatti al ristornate per poi postarli su Instagram?
Appena seduto a tavola metti in bella vista lo smartphone pronto a leggere tutte le notifiche?
Tuo figlio ti rimprovera di avere sempre il cellulare in mano?
Non resisti dalla tentazione di fare lo status update e controllare tutti gli aggiornamenti su Facebook, Instagram?
Acquisti su Amazon, o giochi mentre stai guardando la tv con i tuoi figli o il tuo partner?
Aiuti tuo figlio nello studio e a fare i compiti e mentre lo fai non rinunci a leggere le chat delle mamme?
Le cause del phubbing
Una delle cause principali del phubbing è legata all’insoddisfazione personale della propria vita: sono qua ma vorrei essere altrove.
Fatico a vivere appieno una situazione, e cerco una situazione diversa, che mi appaga maggiormente cercando un sostituto nel mondo virtuale (es. Facebook, o Instagram).
Poi c’è il comportamento indotto. Lo stesso comportamento di che ci è accanto il più delle volte induce in noi a rifugiarci nel cellulare.
Due ricercatori texani della Baylor University’s Hankamer School of Business, hanno analizzato il comportamento di più di 330 persone in due fasi differenti.
Eclatante il risultato: il 25% di chi subisce Phubbling ha reagito rivolgendosi a propria volta ad attività sui Social Network.
Sentendosi isolati, “snobbati” e soli, gli interlocutori hanno attivato i loro smartphone per trovare appagamento e compagnia sul propri account social Facebook e sulle proprie chat.
E’ come se, in questo modo, si ripristinasse un equilibrio: “Mi lasci da solo perché anche se siamo insieme non fai che guardare il telefono? Bene, lo faccio anche io, perché solo sui canali social mi sento di nuovo accettato e affermato”.
Soluzioni al phubbing
E se decidessi di perderti qualcosa che è successo online?
Guarire dal phubbing si può ed è semplice e a costo zero. Devi riscoprire il piacere di rischiare di perdere qualcosa che sta avvenendo online. Sforzati di godere al meglio della compagnia reale e fisica delle persone che hai vicino o delle situazioni sociali offline in cui sei convolto.
Rinunciare al mito del multitasking è possibile e sano, e utilizzare in maniera più consapevole lo smartphone sono, nella pratica, due importanti punti di partenza per riuscirci.
Spesso è anche importante creare un ambiente più rilassante che invogli alla conversazione, rinunciando alla TV accesa e puntando ad un sottodondo musicale, con un sistema di casse wi-fi.
Dedicare la giusta attenzione al partner che ci sta di fronte, ascoltare i figli ed essere un buon padre, partecipare attivamente ad una cena tra amici, fare gli auguri con una telefonata, sono tutti comportamenti che se applicati con costanza e continuità, contribuiscono al “digital detox”.
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