Inutili, invadenti e diseducative. ecco cosa sono le chat delle mamme di scuola.

Chat mamme: partiamo dall’inizio.
C’era un tempo in cui tornavi da scuola e tua mamma ti chiedeva “Come è andata oggi?”. E tu rispondevi: “Bene, bene, tutto bene.”
La mamma non contenta: “Ti hanno interrogato?”
E tu rispondevi “No. No no.”
Poi sono arrivate le chat delle mamme e tutto cambiò.
Oggi c’è la mamma di Filippo che non contenta e insoddisfatta ha però la soluzione: il gruppo Whatsapp di classe.
Ed è così che inizia il tam tam della chat mamme.
Marta: “Ciao a tutte . Qualcuna mi sa dire se il mio Filippo oggi è stato interrogato?”
….
Lucia: “Non lo so!” – [e allora perchè rispondi]
….
Sara: “Chiedo a mia figlia più tardi quando torna da danza” – [ma chi se ne frega se tua figlia va a danza]
…
Valeria: “Scusa ma oggi il mio piccolino aveva due linee di febbre e l’ho tenuto a casa.” – [e ti sembra febbre? due linee???]
…
Coro delle mamme: “Poverino! Ahhh come mi dispiace! Auguri! Sei hai bisogno conta su di noi!” – [etc. etc. etc]
…
Anna: “Ve lo dico più tardi. Sono dalla mia vicina che si è appena comprata il Dyson AirWrap. Una figata.” – [già, ma cosa c’entra?]
…
[e quì scatta l’invidia mascherata da curiosità delle mamme con decine di messaggi sul Dyson AirWrap]
[mezz’ora più tardi]
…
Tiziana: “Ciao mammine. Scusate ma ho letto solo ora. Sono a pilates, ma appena arrivo a casa chiedo a mia figlia.” – [Volevi far sapere a tutte che sei una sportiva?]
…
Martina: “Scusate se cambio argomento…” [già perchè fino ad ora nessuno lo ha fatto!]…“ma ho saputo che girano i pidocchi.” – [ovviamente si sa che è tuo figlio, ma guai ammetterlo!]
…
[ritorna Sara che aveva la figlia a danza]
Sara: “Siamo appena tornate da danza. Mia figlia dice che un Filippo è stato interrogato, ma non ricorda se era il tuo Filippo o Filippo Rossi. Ma ha detto che è stato bravo e la maestra gli ha fatto i complimenti.” – [che amore questa bambina, la futura delatrice!]
…
[Marta tutta orgogliosa, mamma di Filippo]
Marta: “Grazie grazie. Sarà sicuramente mio figlio. Si era preparato molto. Ho studiato con lui e l’ho interrogato.” – [e qui qualche domanda dovresti fartela. Tuo figlio va bene in una interrogazione e non si ricorda? Forse forse non è il tuo che è andato bene! ma poco importa. L’importante è dire qualcosa.]
…
Maria Francesca: “Scusate lo sfogo mamme. Ma ho saputo da mia figlia che oggi hanno mangiato ben due carbo a pranzo. Sono davvero incazzata. Ma che dieta è? Così stasera che avevo preparato la zuppa di patate mi tocca inventarmi un altro piatto. Trovo giusto che ci facciamo sentire.” – [esempio di mamma con problemi alimentari che non contenta li trasmette alla figlia]
…
[Buona parte delle mamme ridono leggendo il messaggio, ma nessuna osa dire a Maria Francesca che è fuori. E il branco prevale. E tutte le mamme si vedono suffragette ai tempi di Lady Oscar pronte ad immolarsi per la causa contro i troppi carboidrati]
…
Lucia: “Proprio non ci siamo. Oggi la maestra ha urlato in classe e mia figlia è molto scossa. I vostri?” [e quì piovono messaggi di solidarietà e supporto ed si inizia ad intravvedere la corsa alle armi contro la maestra. Ci si dimentica però che non troppi anni fa le maestre oltre che urlare lanciavano oggetti, e ci si guardava bene di raccontarlo ai genitori. Il rischio di prendere una cazziata dai genitori era altissimo. Ai miei tempi gli insegnanti erano una istituzione.]
…
…
E’ finalmente arriva la notte. Ma non per la chat mamme. Al mattino seguente ognuna troverà almeno 100 notifiche.
La chat di classe NON DORME MAI.
E questo è il contenuto di una delle tante chat che circolano alle elementari, dove i nomi sono puramente di fantasia per ovvi motivi di privacy .
Ma c’è dell’altro. C’è quello che Ruggero dei Timidi, comico e cantante, descrive bene in “Quello che le donne dicono“, un suo grande successo. In un passaggio scrive così:
” Le trovi su whatsApp che chattan tutte in coro
E poi a due a due si sputtanano tra di loro “
Già perchè mentre nella chat di classe delle mamme, Marta, Sara, Valeria, Martina, Tiziana, e Co. chattano tra di loro intervallando i messaggi con stringhe infinite di emoticon e cuoricini, peace and love, e proclami d’amore, nello stesso tempo a coppie di due, nascono le controchat. Sono le chat delle coltellate dove Martina e Sara criticano Marta, Tiziana e Valeria, sanno che è il figlio di Martina ad avere i pidocchi, e sanno anche quanti sono, quanti pidocchi maschi e quante femmine. Sara ed Anna deridono Maria Francesca e fanno la diagnosi al figlio di Valeria a casa con due linee di febbre.

La questione dell’uso e dell’abuso delle chat di classe è argomento da tempo dibattuto. E’ sufficiente fare una ricerca su internet per trovare decine di post sull’argomento. La prestigiosa testata Il sole 24 ore ha tuonato: I gruppi Whatsapp infestano la vita di alcuni genitori e sono lo sfogatoio per altri.
L’ Huggingtonpost ha scritto un bellissimo articolo dal titolo: La chat zoo delle mamme di scuola, associando un animale ad ogni tipologia di mamma nelle chat di classe. (leggilo, è divertente!)
Lo stesso blog PianetaDonna, con molto coraggio ha scritto una articolo autiironico sulle mamme definendo dieci tipologie di mamme da bannare nelle chat.
Mamme su whatsapp. Ma chi crea queste chat?
Il più delle volte la chat viene creata dalla cosiddetta “Rappresentante di classe“. La mamma sindaco. E’ molto spesso la mamma meno indicata. Ma la passione dell’apparire e di comandare un plotone la spinge oltre le sue capacità.
DA LEGGERE: Applicazioni videochiamata. Le migliori app per chiamare gratis i tuoi amici.
Ma chi sono le mamme che scrivono messaggi su Whatsapp?
Sono mamme che danno vita a delle chat inutili, invadenti e diseducative.
Ho raccolto impressioni da più fonti, sia mamme che papà, e quello che è emerso è che le mamme che scrivono su Whatsapp riescono a tirar fuori il peggio del peggio.
La cosa forse più divertente delle mamme che scrivono messaggi su Whatsapp è che buona parte delle mamme (normali, aggiungo io) non farebbe mai la rappresentante dei genitori (la stessa che fonda e apre la chat di classe).
Ma allora chi finisce a ricoprire questo ruolo nelle chat mamme su Whatsapp? Il 90% dei casi, la mamma meno indicata.
Nel restante 10% dei casi la rappresentante è fortunatamente una mamma equilibrata e pragmatica, ma che dopo il primo mese di scuola (quando resiste) ha già giurato a se stessa che mai più si farà incastrare in questo ruolo.
Una mamma “coraggio” come l’ho definita io, ad un certo punto ha deciso di abbandonare la chat mamme. Queste le sue parole:”
“…non ne potevo più di messaggi inutili e falsi. Righe e righe di cuoricini e frasi ipocrite. E quando un giorno una mamma ha postato la foto dei calcoli renali che aveva appena espulso, ho detto basta. Io lavoro e non posso passare il tempo a scorrere le dita sullo schermo per cercare una qualche notizia utile su centinaia di cazzate, e poi trovarmi i calcoli renali.”
Ma questa mamme era nello stesso tempo preoccupata. “Se sei fuori dalla chat mamme di Whatsapp, rischi che le mamme ti isolino, ma il peggio è che mio figlio rischia di essere isolato.”
Questo è quello che io chiamo la MAMMAFIA.
Mamme che scrivono su Whatsapp: scopriamo lo schema.
Un vero protocollo codificato non esiste. Esiste però uno schema abbastanza diffuso che si ritrova quasi sistematicamente nelle chat di classe.
Il cuore pulsante delle chat mamme su Whatsapp è costituito mediamente da 5 mamme attiviste. La “cupola”.
La prima, il capo, la rappresentante dei genitori. Quasi sempre è quella che ha creato il gruppo. Lei è la leader sebbene il più delle volte, è quella meno indicata a ricoprire il ruolo.
La seconda, la fomentatrice. E’ la mamma che avrebbe voluto fare lei la rappresentante, ma è stata trombata alle “elezioni”. Alcune volte è la stessa che l’anno precedente ha ricoperto lo stesso ruolo ma non ha né capito, né digerito di essere stata sostituita perchè incapace. Ma lei sa. Sa tutto. E soffia per accendere le polemiche.
La terza, la quarta e la quinta mamma sono le adepte. Sono le mamme che scrivono su Whatsapp che hanno i bambini più problematici, i più vivaci, o semplicemente quelli che hanno un tempo diverso nell’apprendimento. Ma i loro ragazzi sono i migliori e la colpa è della scuola e degli insegnanti. “La scuola non capisce”. Sono bombe ad orologeria. Pronte ad esplodere.
Mamme Whatsapp. Ma che profili hanno le mamme della “cupola”?
Molte non lavorano. Si sentono “event planner”, perchè dover organizzare la cena di Natale e quella di fine anno le impegna per 10 giorni di fila (ma un giorno è più che sufficiente). Sono attiviste politiche mancate, o finte ambientaliste. Si sentono nutrizioniste e esperte in alimentazione pronte sempre a criticare il menù della scuola. Quelle che lavorano ti fanno credere che solo loro lavorano, ma poi tutti sanno che passano le giornate su Internet, su FB e Instagram e hanno almeno tre profili con altrettanti pseudonimi per non farsi riconoscere. Un pò psicologhe, un pò puericultrici loro sanno sempre come e cosa fare per educare i bambini. Non hanno mai insegnato ma conoscono tutto sull’insegnamento. I loro figli sono i migliori e i più buoni, e sono sempre i figli degli altri che fanno restare indietro la classe.
E la “cupola” privata? Ancora peggio. Sono le mamme attiviste delle scuole private. Quelle convinte che il solo fatto di pagare una retta , anche importante, da loro il diritto di decidere ed imporre le loro fantasie. Nulla di più sbagliato. Proprio perchè hai scelto una scuola privata, si presuppone tu l’abbia valutata con attenzione. Non ti piace? Non condividi la didattica. Quella è la porta. Sei sempre libera di andartene.
e poi?
E poi fortunatamente vengono tutte le decine di mamme che stanno nella chat ma non ne condividono i contenuti.
Sono madri equilibrate, attente, premurose, gentili ed educate. Ma soprattutto rispettose. Rispettose della scuola e degli insegnanti. Rispettose dei ruoli e delle parti. Sono quelle mamme che hanno capito che vigilare è giusto e importante, ma ancora più importante è lasciare che la scuola assolva al suo scopo. Crescere ed educare i nostri figli e aiutarli a diventare indipendenti. Senza metterci bocca ogni dì.
Da leggere: Attività bambini: scopri quali sono le attività che aiutano tuo figlio a diventare indipendente.
E’ facile ottenere approvazione: basta dire ciò che gli altri vogliono sentirsi dire.
Ma prova ad ottenere approvazione dicendo ciò che pensi.
Avrai un “brutto carattere” per molti.
Raccontaci la tua esperienza con la chat mamme su Whatsapp. Cosa ne pensi delle mamme che scrivono su whatsapp?
Esilarante! Anche se ci sarebbe da piangere perché, ahimé, molto realistico!
Da parte mia, tre figli. Il grande cresciuto senza traumi in età scolare senza chat WhatsApp (non esisteva ancora), figlio n.2 l’avvento di internet ma per fortuna i giga erano troppo costosi per invitare gif di buongiorno, buon pranzo, buonasera e buonanotte. Sopravvissuti.
Per il terzo figlio (ora al liceo) ho “dribblato” le chat come solo Ronaldo saprebbe fare. Ancora un paio d’anni e posso ritenermi salva da questa epidemia.
Cara Giorgia,
la tua è stata una tattica efficace, proprio come Ronaldo. Sono felice che l’articolo ti sia piaciuto e soprattutto ti abbia strappato un sorriso. Serve anche quello per vivere bene. Perché con le chat c’è poco da sorridere.
Spero di risentirti presto in questo mio blog.
Massimo.
La chat delle mamme per me è un vero e proprio incubo.
La grande va al al liceo, a parte il primo anno, devo dire che non mi accorgo di averla. A parte quando fanno dei viaggi, ma tutto molto parco.
Per il piccolo alle medie è un incubo, ne sono uscita più volte e rimessa altrettanto. Non sto ad entrare nel dettaglio, per fortuna è l’ultimo anno. Buona giornata
Grazie Monica del tuo contributo. Mi fa piacere sentire direttamente da mamme come questo fenomeno sia diffuso. Speriamo per il futuro ma non sono molto ottimista.
E’ davvero un peccato, perchè la stragrande maggioranza delle mamme sono come te: educate e rispettose della scuola e delle persone.
Ciao.
Massimo.
Caro Massimo,
ho letto con piacere e qualche sorriso la Tua descrizione e critica delle chat scolastiche. Peraltro, critica recentemente anche sottolineata dalla stampa “leggera”, in particolare, mi pare, da Selvaggia Lucarelli che notoriamente ama questi temi leggeri che però sottendono abitudini caratteri e peculiarità italiane o probabilmente universali.
Una volta c’era la maestra era l’unico Dio assoluto. La si sceglieva ove possibile, si era attenti che fosse seria e magnanima, i valori della società erano completamente diversi: chiari limpidi lineari. C’era una certa supremazia religiosa di matrice cattolica, una unicità culturale per l’identità comune del popolo italiano formato dal Risorgimento e dalla televisione, un ancoraggio alle tradizioni di vita quotidiana, di matrice contadina e borghese. La maestra quindi rappresentava quel mondo, pieno di certezze; non servivano tante chiacchiere tanti confronti, comandava lei. Si accettava tutto; si accettava il programma e si discuteva la mattina, eventualmente tra mamme, solo dei piccoli fatti ed episodi che potevano essere accaduti.
Oggi è cambiato tutto, siamo una società fluida forse a coriandolo (la definizione non è mia ma di noti sociologi). Quindi non c’è una matrice unica culturale non c’è una matrice unica etnica non c’è una matrice unica di pensiero, ma solo fluidità. Pertanto l’attenzione delle mamme sulla scuola deve essere superiore perché non si sa come sia formato il corpo insegnante che non è più neppure formato da una maestra unica. All’interno del corpo insegnante possono esservi diverse correnti, diversi pensieri, diversi programmi. Quindi benvenuto WhatsApp o qualche altro sistema di scambio di informazioni, veloce e di gruppo, che consente dialogo ma anche attenzione e sorveglianza. In fondo affidiamo l’educazione dei nostri figli a persone che conosciamo relativamente.e che non sono più obbligate a seguire una certa matrice culturale, un certo pensiero comune e una certa linea di condotta.
Che poi la chat rappresenti Il Piccolo Mondo formato dalla società italiana in ogni dove, dall’assemblea condominiale al circolo del bridge, o a quello della bocciofila è una verità.
E in ogni dove assistiamo all’impegno di qualche componente che vuole mettersi ufficialmente al servizio degli altri, ma che si sente anche portato ad una certa compiacenza; assistiamo all’invidia dei trombarti alle elezioni dei “rappresentanti”, anche in ambito maschile peraltro, magari al golf o al circolo della caccia; i maschietti formano comunque consorterie, anche loro. In ogni dove ci sono “cupole”; c’è chi sostiene taluni candidati e si raggruppa attorno a questi, ci sono altri o altre che sostengono una seconda cordata che ha delle pretese innovative o diverse, eccetera. Enzo Biagi ai suoi tempi diceva che ogni 800 cittadini italiani c’è un presidente di qualcosa, perché amiamo diventare presidenti del condominio o alla bocciofila, come ho detto.
Da osservatore marginale esterno, che ha sempre cercato di rifuggire ad ogni carica per rifuggire il correlato impegno, ho sempre sorriso a queste velleità dei miei concittadini. In passato ho lavorato per società finanziarie che avevano un bilancio superiore anche a certi comuni capoluogo e mi chiedevo che cosa vi fosse di tanto simpatico a farsi eleggere sindaco, magari di un paesino di montagna. Carica che avrebbe portato più responsabilità che gioie.
Ciò non ha evitato, peraltro, che io non sia poi sempre stato vigile sui contenuti delle discussioni che venivano intraprese; una volta in ambito assembleare con il confronto fisico, come ad esempio nelle assemblee condominiali, e oggi nelle tanto vituperate chat. Il confronto arricchisce e dallo scambio di idee, che possono nascere tra le differenti correnti e differenti cupole, tra le mamme elette, tra quelle che si impegnano o tra le mamme che rimuginano dall’essere state “non scelte”, è sempre venuto il meglio.
Quindi, viva le chat e viva la rappresentazione “VIVA” di quella che è la nostra società e del fermento che la contraddistingue. Sopporteremo bene qualche estemporanea linea di chat inutile di confronto di chiacchiera di adesione, come i molti “grazie” che si susseguono dopo una festa, quali i “non so” che si susseguono dopo una felpa perduta, perché alla fine l’utilità del controllo della supervisione su quel che accade a scuola, l’utilità del confronto, che porta a formare una opinione più completa, sono innegabili.
Un caro saluto.
Ciao Massimo,
Io sono una delle famigerate rappresentanti di classe…
ho letto il post e mi sono fatta 4 risate, del resto alcune cose sono veramente esilaranti.
Ma dai… magari non siamo tutte così!
Sono rappresentante da 7 anni, prima x mio figlio più grande poi per il piccolo. Lavoro, non sto sempre attaccata a FB di cui ho solo un profilo, e se in chat si trascende cerco di riequilibrare le cose.
La chat di classe in molti casi è una espressa richiesta delle maestre che lo trovano un valido mezzo di comunicazione alle famiglie.
Lo so’… è uno sporco lavoro… ma qualcuno lo dovrà pur fare!
Un saluto…
Cara Monica,
<< Lo sò...è uno sporco lavoro...ma qualcuno lo dovrà fare! >>, mi hai fatto proprio sorridere, ma hai ragione. Le chat, se usate bene, sono un valido strumento, è utili soprattutto a mamme come te che lavorano, e conti alla mano, di tempo ne hanno veramente poco, dovendo correre dalla mattina alla sera.
Ciao.
Massimo.
Io tre anni fa sono stata aggiunta ai gruppi delle mie figlie prima e terza media dopo neanche un mese ho abbandonato perché avevo continue e inutili notifiche.
Sono stata emarginata e non sono neanche stata invitata alla cena di fine anno delle mamme 😪
Nel leggere il tuo messaggio, ho pensato a tante situazioni come la tua. Quello che è accaduto a te non è un caso isolato. Ho saputo da molte mamme che è una pratica assai diffusa. Purtroppo.
E’ un pò atipico che accada alle medie. Solitamente con il passaggio dalle elementari alle medie il fenomeno si riduce. Ma come puoi intuire, una regola non c’è.
In bocca al lupo.
Un saluto.
Massimo.
Bellissimo articolo, ho due figlie, per la prima (16 anni ora) non abbiamo mai avuto chat di classe, ma con la seconda (13 anni) gruppo whatsapp fino alla seconda media., con mamme che chiedevano i compiti per i figli…. alle scuole elementari ho rischiato addirittura la lite con un’altra mamma per gli unici due messaggi che ho scritto in tutti gli anni di scuola e solo perché ho risposto a una domanda su cosa avrei fatto fare a mia figlia e sottolineo mia figlia riguardo un’attività di classe extra scolastica… ho risolto silenziando il gruppo e non rispondendo più a nessun genere di domanda
Cara Sabrina,
felice l’articolo ti sia piaciuto.
Dal tuo messaggio riscontro quello che ho raccolto da testimonianze di altre mamme. Il peggio emerge durante le elementari.
Quello che hai fatto, silenziando il gruppo è un’ottima strategia. Brava.
Massimo.