Ci risiamo con la voce delle donne. E’ successo anche ieri sera.
Lei mi parla, mi fa un lungo discorso, io perdo il filo, ma fingo di aver seguito.

Ma non è finita, perché una donna che si rispetti poi ti mette sempre alla prova con la domanda finale: “Mi hai ascoltato? Hai capito quello che ho detto?”
E la risposta non può essere che ovvia: “Certo amore!”
La voce delle donne. Troppe frequenze, poche pause e molti concetti.
Ma noi uomini siamo essere semplici, e per un uomo la cosa sarebbe finita così.
Per una donna no. La donna vuole la prova.
A casa mia funziona così, ed io ci ricado ogni volta. Perché tutte le volte che rispondo “Certo amore, certo che ti ho ascoltato”, lei mi chiede sempre di ripetere, anche solo per il gusto di mettermi in difficoltà.
Ed io spesso ricordo solo un insieme di suoni confusi, alternati da pochissime pause.
Solo nel caso di semplici concetti, esposti con poche e semplici frasi, riesco a superare la prova. Ma accade molto raramente.

Essendo spesso le donne poco inclini ad essere concise e semplici nell’esporre i concetti, la quasi totalità delle volte vengo colto in fallo. E per evitare incidenti diplomatici sono spesso costretto a profondermi in scuse e galanterie varie.
Poi però un giorno scopro che questo comportamento è assai comune. Quello che capita a me, capita alla maggior parte degli uomini quando si discute della voce delle donne.
Alla base di questa difficoltà di comprensione per la voce delle donne c’è un fondamento scientifico.
Lo studio, che arriva direttamente dalla prestigiosa Università di Sheffield, ha evidenziato che la voce delle donne sarebbe intollerabile per il cervello dell’uomo che non riesce a reperirne tutte le frequenze.
Capire le donne. Molto dipende dalle frequenze.
Sembra infatti che la voce femminile sia caratterizzata da frequenze troppo alte e complesse e che per questo motivo, non possa essere recepita dal cervello dell’uomo.
Studi approfonditi, diretti dal famoso professor Hunter, utilizzando la risonanza magnetica nucleare, hanno individuato le aree del cervello che si attivano nel momento in cui si ascoltano differenti voci.
E sembra proprio che la costituzione del cervello maschile sia fatta in maniera tale che le frequenze della voce femminile non possano assolutamente essere recepite o, per l’esattezza, non possano esserlo per un tempo prolungato.
Sempre da questa ricerca viene stabilito che le frequenze delle voci femminili sono molto più complesse di quelle maschili. La causa è da ricercarsi nelle differenti dimensioni e forme sia delle corde vocali, che della laringe.
Secondo la scienza la voce delle donne “danneggerebbe” il cervello maschile, e per proteggersi e non sottoporre il cervello ad uno stress eccessivo quindi, sarebbe bene che le frequenze della voce femminile non lo “disturbassero” per periodi troppo lunghi.
A favore di noi uomini vi è un altro aspetto positivo, rivelato dallo studio del professor Hunter.
DA LEGGERE: Come diminuire lo stress: 4 consigli per i papà.
Sembra che gli uomini, in termini di comunicazione, siano più immediati delle donne che invece, tendono sempre di più a girare intorno ai concetti che realmente vorrebbero riuscire ad esprimere.
E’ quindi inconscio e di autodifesa il meccanismo che noi uomini adottiamo quando ascoltiamo le donne.
Ma visto che le colpe stanno sempre a metà è anche doveroso evidenziare che dalla ricerca è emerso che gli uomini non riescono a mantenere un alto grado di attenzione prolungata.
E’ questo che non gli permette di comprendere pienamente concetti complessi che tendono a sintetizzare appunto, per mancanza di un ascolto attivo.
Che fare allora per non litigare?
Io ho scelto di fare così.
Ho spiegato a Sara che il mio cervello (da uomo e papà blogger) è come quello della gran parte degli uomini: semplice.
Ma è dotato di un sistema efficace di autoprotezione che si attiva quando i discorsi e i concetti sono esposti in maniera complessa e con l’uso di molti vocaboli.
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L’unica alternativa è quindi quella di parlare in modalità più “leggera”, con brevi frasi ben intervallate tra di loro.
In questo modo, è molto probabile che un buon 50% di quello che dice arrivi al mio cervello.
Direi che è un ottimo risultato (prima era meno del 10%).
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