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Cosa fare in caso di puntura di pesce ragno, medusa o ricci di mare? Le punture di questi animali sono davvero fastidiose, soprattutto per i bambini più piccoli. In questo articolo come intervenire e cosa fare.
E soprattutto cosa NON fare.

Tuo figlio è stato punto da un pesce ragno? Ti ha punto una medusa mentre facevi il bagno? Hai pestato un riccio di mare? Scopri la cosa giusta da fare in caso di spiacevoli incontri ravvicinati. Lo vediamo in questo articolo.
Puntura di pesce ragno, medusa e riccio. Come intervenire per lenire il dolore.
Dopo mesi interminabili trascorsi fra lavoro e impegni, con l’estate arriva il momento più atteso dell’anno: l’appuntamento con la spiaggia. L’Italia è disseminata di bellissime spiagge pulite e preferite dai turisti di tutto il mondo, con acqua blu e mare cristallino.
Molte di queste ogni anno ricevono la prestigiosa Bandiera Blu, un riconoscimento che ne certifica la qualità dell’acqua e l’alto livello dei servizi offerti, e alcune anche la Bandiera Verde quali spaigge ideali per i bambini.
Da leggere: Vacanze mare Italia : le 20 spiagge più pulite e preferite dai turisti.
Qualche volta però anche dietro le tanto sospirate vacanze al mare si nascondono spiacevoli imprevisti che possono rovinare questo momento importante per il relax e per il benessere nostro e dei nostri figli. Fra i vari incidenti di percorso, comuni a chi ama la spiaggia, ci possono essere le punture del pesce ragno (tracina), quelle della medusa e anche le punture di riccio di mare.
Anche a te sarà capitato di vedere qualche bagnante punto da questi poco simpatici animali. O peggio ancora di vedere tua figlia in lacrime perché punta da una medusa. Ma anche tu che inavvertitamente hai pestato un riccio mentre salivi su uno scoglio.
Ma andiamo a conoscere meglio tracine, meduse e ricci di mare.
Pesce ragno (o tracina): cosa fare se ti punge.


Puntura pesce ragno cosa fare

- Sciacquare con acqua dolce la parte colpita dal pesce ragno
- Mettere il piede sotto la sabbia molto calda o sotto l’acqua calda per almeno 30 minuti, il calore infatti distrugge il veleno
- Occorre, poi, necessariamente rimuovere le spine dalla pelle con una pinzetta sterile o degli aghi
Puntura di tracina: come evitare complicazioni
La tracina o pesce ragno adriatico presenta degli aculei sulla sua parte dorsale e proprio questi aculei quando schiacciati rilasciano una tossina responsabile della sintomatologia che consiste in:
- dolore intenso e immediato
- arrossamento e gonfiore nel punto di iniezione
- formicolii
- perdita di sensibilità nella zona colpita
- raramente nausea, vomito, febbre
Se la diffusione della tossina non viene bloccata immediatamente si può avere una lunga persistenza del dolore (anche alcune ore) e una estensione a tutto l’arto interessato.
Cosa fare se ti punge una tracina?
Ma che tipo di animale è la tracina? Uno dei peggiori nemici dell’estate? La tracina, Trachinus Vipera, è conosciuta anche con i nomi di pesce ragno e raganella. La tracina è un pesce molto diffuso in tutto il Mediterraneo e può capitare di essere punti da uno dei suoi aculei. La famiglia Trachinidae comprende ben nove specie di pesci di acqua salata che vengono chiamati comunemente appunto tracine, oppure pesci ragno.
La tracina, infatti, si mimetizza sul fondale e per difendersi da un presunto attacco punge solitamente i piedi, le mani o la parte del corpo che minaccia la sua incolumità. Anche nelle acque più limpide, può capitare di mettere il piede nel nascondiglio di una tracina.
Perché punge? Solo per difendersi, perché di fronte appunto a un possibile pericolo usa le armi che gli ha fornito madre natura.
L’elevata tossicità del veleno che riescono a iniettare non è una quantità mortale per l’uomo, ma può comunque oltre al bruciore portare anche a brutte infezioni. Dietro la testa e prima dell’attacco della spina dorsale questi pesci hanno una pinna velenifera composta da cinque/sette spine che si possono facilmente riconoscere e ci danno un indizio per renderci conto che di fronte abbiamo proprio una tracina. Per questo è molto importante rendersi conto anche della morfologia fisica dei pesci che quando siamo in mare ci vengono vicini.
Cosa NON fare in caso di puntura di tracina
Bisogna evitare di mettere del ghiaccio o bagnare la ferita con dell’acqua fredda, perché il freddo peggiora la situazione e il dolore, non bisogna usare l’ammoniaca, l’aceto o altri trattamenti anche se naturali perché non agiscono sul veleno.
Medusa: cosa fare se ti punge.


Puntura di medusa cosa fare

- Lavare abbondantemente la parte colpita con acqua di mare, per diluire il più possibile la tossina.
- Rimuovere eventuali residui di tentacoli: si può utilizzare della sabbia “spolverandola” sulla parte colpita (senza sfregare) oppure una carta plastificata (bancomat, patente, carta fedeltà) da passare delicatamente sul bordo sulla pelle.
- Per alleviare il dolore e neutralizzare il veleno si consiglia di bagnare la parte lesa con acqua molto calda, al limite della sopportabilità.
Meduse punture e rimedi
Quello con una medusa è sicuramente uno dei più frequenti incontri ravvicinati “negativi” che possono capitare nei nostri mari, in Italia e in generale nel Mediterraneo. Un incontro doloroso perché, al contatto con la pelle, particolari cellule presenti sui tentacoli di questi animali rilasciano un veleno che, penetrando nella cute stessa, induce una forte risposta infiammatoria.
La medusa è costituita per il 98% di acqua ed è del tutto priva di ossa. È carnivora. Si nutre di pesci e piccoli crostacei. Vive da 3 a 6 mesi e possiede un modesto apparato nervoso. È priva di vista, tuttavia avverte la presenza di luce e si rapporta con il suo habitat tramite i tentacoli. Questi sono sempre in numero multiplo di 4 e contengono un liquido urticante che immobilizza le prede e che può essere dannoso anche per l’uomo.
I tentacoli della medusa contengono milioni di cisti nematoidi, che vengono depositate sulla pelle della vittima in seguito al contatto. La rottura di queste cisti libera il veleno, un miscela di proteine che può dare effetti locali (infiammatori, neurotossici, dermotossici) e sistemici (cardio-circolatori, emolitici, allergici).
Il contatto con la medusa in genere provoca un dolore bruciante e un’orticaria dolorosa (simile ad una ustione), accompagnata da gonfiore, eritema, vescicole e bolle, ma dopo circa 20 minuti la sensazione di bruciore si esaurisce e resta una sensazione di prurito.
Cosa non fare in caso di puntura di medusa.
- Non strofinare con sabbia o una pietra la parte colpita. Il calore di una pietra, della sabbia (o di acqua) non servono assolutamente perché per annullare le tossine bisognerebbe raggiungere 50 gradi
- Non usare ammoniaca (o urina) perché aumenta l’infiammazione.
- Non usare aceto (da usare solo per punture di meduse tropicali), perché può acuire i sintomi.
- Non bisogna mai utilizzare acqua dolce, che favorisce il rilascio di ulteriore veleno da parte di eventuali frammenti di tentacoli rimasti sulla pelle
- Non grattare la zone dove è presente l’irritazione per non favorire la diffusione della tossina
- Evitare l’esposizione eccessiva al sole delle zone colpite per circa una settimana (il tempo dipende dal tipo e dall’estensione della lesione) in quanto la cute potrebbe diventare più scura e irritata.
Puntura medusa: i rimedi della nonna non funzionano
Ci sono vari rimedi che la tradizione popolare utilizza da sempre, come ad esempio frizionare la parte con aceto, alcool, acqua ossigenata, urina. Sono tutti da sconsigliare, perché mandano in circolo nell’organismo le tossine velenose. Anche il ghiaccio è molto utilizzato. Questi rimedi subito danno sollievo, ma non hanno alcun effetto curativo e anzi rischiano di fare più male che bene.
Riccio di mare: cosa fare se ti punge.


Puntura riccio di mare cosa fare

- Disinfettare la zona colpita con disinfettanti a base di cloro e in assenza immergere la parte interessata in acqua salata
- Per alleviare il dolore si consiglia di bagnare la parte lesa con acqua molto calda, al limite della sopportabilità
- Occorre, poi, necessariamente rimuovere le spine dalla pelle con una pinzetta sterile o degli aghi
Puntura di riccio di mare: come evitare complicazioni
Quando si viene punti da un riccio di mare, il primo accorgimento da seguire consiste nell’estrarre ogni frammento di aculeo conficcato nella pelle, utilizzando (possibilmente) un ago sterilizzato. Operazione non sempre facile nel caso di bambini. Ma necessaria.
Si possono, per esempio, usare gli aghi delle classiche siringhe acquistabili in farmacia. Per facilitare l’espulsione, se questa è particolarmente difficile, si può acquistare in farmacia una pomata a base di ittiolo. Va applicata sulla zona interessata e lasciare che faccia il suo effetto.
In alternativa alla pomata, si possono rimuovere gli eventuali residui di spine bagnando la pelle più volte al giorno con aceto e coprendo la parte lesa con una garza (imbevuta anch’essa di aceto). Dopo aver rimosso con cura tutti gli aculei, di solito, nell’arco di una settimana il dolore e il gonfiore sparisce.
In caso di gonfiore o dolore persistente, ti consiglio di interpellare un medico che potrebbe prescrivere una pomata antibiotica sulla parte interessata.
Riccio di mare puntura: i rischi
La fase di rimozione degli aculei è un’operazione delicata. In caso di puntura di riccio di mare i frammenti delle spine devono essere totalmente rimossi. In caso contrario, si rischia la comparsa di un’infiammazione molto dolorosa, chiamata “granuloma”, derivante, tra le varie cause, anche dalla presenza di corpi estranei nella pelle.
Il granuloma da riccio di mare è un tipo di reazione infiammatoria che non guarisce spontaneamente. Per eliminarla, è necessario ricorrere all’intervento medico, praticando una piccola incisione in ambulatorio, attraverso la quale si rimuovono i corpi estranei.

QUANDO CI SI DEVE PREOCCUPARE
Se immediatamente dopo la puntura o il contatto, la reazione cutanea si diffonde e compaiono difficoltà respiratorie, pallore, sudorazione e disorientamento, chiamare il 118 e spiegare di cosa si tratta: si riceveranno le istruzioni sul da farsi in attesa che arrivi il personale di Pronto Soccorso.
Oggi, sono andato al mare figli. Ho trovato una conchiglia e
diedi a mia figlia di 4 anni e ha detto “È possibile ascoltare l’oceano se si mette questo al vostro orecchio.” Lei mise la conchiglia
al suo orecchio e urlò. C’era un paguro dentro e si
pizzicò l’orecchio. Lei non vuole mai tornare indietro!
LoL So che questo è completamente fuori tema, ma ho dovuto dire a qualcuno!
Maramures Grazie, buona giornata!
Caspita che brutta esperienza. Ti ringrazio per la segnalazione che inserirò come avvertimento all’interno dell’articolo.