“Papà, perchè in questo bar tutti i camerieri ci salutano con tanta gentilezza?”

E’ stata la domanda che mi ha posto mio figlio Ettore di 7 anni, mentre lasciavamo il bar della spiaggia dove abbiamo trascorso il week end.
Uno dei tanti bar che si trovano sulla spiaggia, dove per comodità ci capita di fermarci per un caffè, o per un pranzo veloce durante le giornate al mare.
In sè la domanda può risultare banale, e classificabile tra “le solite domande che fanno i bambini”. Ma nella relatà è tutt’altro.
E’ la riprova che anche se piccoli, i bambini colgono la gentilezza e la cortesia degli estranei.
Ma prima di arrivare alla risposta e alla spiegazione che ho fornito a mio figlio, ti voglio raccontare di questo bar, e dei suoi camerieri.
Lungomare di Bibione Pineda, una delle spiagge più grandi della penisola italiana, Bandiera Blu, Bandiera Verde e una delle città più visitate d’Italia.
Sono anni che frequento questo litorale, e i bar li ho provati tutti. Mediamente sono tutti di buon livello, e l’offerta si differenzia di poco, ma questo bar mi ha stupito positivamente per il suo servizio.
Negli anni i camerieri sono cambiati, anche l’arredamento è cambiato. Ma al Chiosco Seven due cose non sono cambiate: la cortesia e il proprietario.
E per essere onesto, in questa estate di Covid-19 il personale l’ho trovato ancora più gentile della passata stagione.
Giunti fin quì appare evidente che la forza di questo locale sta nell’attenzione riposta verso i clienti, e nell’intelligenza e la capacità del proprietario di trasmettere questo messaggio a tutto il personale.
Il valore della gentilezza.
Quando arrivi, c’è sempre qualcuno che ti accoglie con il sorriso, e quando lasci il bar qualunque camiere che incontri ti saluta con un sorriso.

Ed è questo l’aspetto che ha colpito mio figlio. Tanto che alla sua iniziale domanda ho risposto anche io con una domanda:
“Ettore, torneresti in questo bar?”.
E lui mi ha risposto: “Certo! Quì sono tutti felici e sorridenti.”
E nel tragitto per raggiungere l’ombrellone è stata l’occasione per approfondire l’argomento. Ho condiviso con lui l’importanza di essere gentili, rispettosi ed educati, con tutti. Sia con gli amici, con i parenti, e con le persone che non si conoscono.
La gentilezza spiegata ai bambini.
Gli ho spiegato che essere gentili ripaga sempre. Magari non subito nell’immediato, ma nel lungo periodo ripaga sempre.
A volte richiede tempo, e qualche sacrificio, ma questo sforzo verrà sempre ripagato. Ho continuato raccontando che salutare sempre tutte le persone è un modo per apparire educati e farsi ricordare, e quando una persona si ricorda di te, per la tua educazione, il tuo sorriso e la tua gentilezza, e più probabile che abbia voglia di rivederti e di stare con te.
Proprio quello che è accaduto nel bar: personale gentile, sorridente e attento alle esigemze del cliente.
Ma perchè ho voluto spiegare a mio figlio l’importanza della gentilezza?
Perché è nell’età compresa tra i 2 e i 7 anni, nello stadio dell’intelligenza intuitiva, dove i più piccoli apprendono il senso del rispetto, scoprono l’empatia e il senso di giustizia.
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E’ in questa fase che il cervello sociale è molto ricettivo, e il bambino ricoonsce e apprende come usare il tono di voce giusto, espressioni del volto amorevoli e tutto ciò che esprime amore, gentilezza e cortesia.
Sono tutti comportamenti che restano nella memoria e creano le premesse per costruire un mondo in cui possa regnare l’armonia e la tolleranza, per raggiungere l’obiettivo della buona convivenza.
Ma tutto ciò non avviene come per magia.
Fondamentale è l’esempio, che insieme all’educazione sono gli ingredienti principali per insegnare la gentilezza che poi crescendo diventerà rispetto.
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